L’illustre narratore per immagini Paolo Bacilieri ha avuto lo spazio della doppia pagina dedicata alla GRAPHIC NOVEL, a pag. 28 e 29, trovo i suoi disegni come lui stesso mi ha annunciato, settimana scorsa durante un pranzo vicino a Conciliazione.
“Lucilla e l’arcobaleno”: eccolo on line al suo Blog. http://sweetsalgari.blogspot.it/
Storia di stupore contemporaneo, come ‘un piccolo miracolo primaverile’ -come Paolo chiama l’arcobaleno – può risollevare il morale ad una donna troppo impegnata ,direi strizzata in una vita in cui non c’è ‘verve’ e sembra non riservarle gioia.
Come è dolce ritrovare Milano, capitale dell’editoria italiana, nelle tavole di Paolo.
C’è qualcosa di realistico e al contempo surreale nelle sue vignette : Lucilla è tratteggiata nel dettaglio,non è bella nè brutta,non è elegante ma nemmeno sciatta: è una donna che lavora presa dalla sua routine .E la nonna è talmente vecchia da sembrare una caricatura. Lo sguardo è sospeso, non giudica.
Le ambientazioni sono contemporanee e i problemi anche : la solitudine di una 50enne separata e la vecchiaia affidata ad una badante extracomunitaria, c’è persino una strana presenza, forse il matto del quartiere, nel giardino della biblioteca dall’architettura in stile anni 60 :un tipo in giardino vestito da superman.
Gli eroi dei fumetti influenzano anche l’immaginario delle persone con sensibilità diverse e di conseguenza il modo di esprimere la pazzia,forse anche questo personaggio cerca la kryptonite nella borsa come nella storia dell’omonimo film.
E la città milanese che mi è così familiare qui viene rappresentata in molte declinazioni e simboli :il vecchio tram, il balcone liberty ,la torre Velasca ,il vecchio palazzo inizio novecento sovrastato dall’immenso e specchiato complesso della regione Lombardia che abbaglia tutto rubando la vita persino alle piantine della vecchia signora.
E poi l’Ago filo di Claes Oldenburg, sullo sfondo la stazione Cadorna di Gae Aulenti, un’installazione apoteosi del moderno che di per sè crea straniamento: un colorato pop art per simboleggiare la ‘laboriosità’ milanese” che si intrufola nell’asfalto per poi riuscirne inaspettatamente con un nodo … E in una fontana!
Forse più che l’arcobaleno segnale di una primavera sbocciata con gaiezza è la condivisione con cui finisce il racconto il piccolo miracolo che ci salverà dalla solitudine che io ho ritrovato come una protagonista in queste strisce malinconicamente belle.